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Esami universitari: come restare concentrati

A volte il peggior nemico di uno studente universitario non è quell’esame particolarmente difficile da superare, né quel professore che ha la fama di essere molto esigente in sede d’esame. A volte il peggior ostacolo per chi è alle prese con lo studio è lo studente stesso. Per superare un esame, infatti, condizione necessaria (anche se non sempre sufficiente) è innanzitutto studiare, studiare, studiare.

Ma come fare quando la concentrazione sembra un miraggio e ogni tentativo di rimanere focalizzati sul programma della materia da imparare si traduce in un buco nell’acqua? Per non ritrovarsi ad affogare sotto il peso degli esami ancora da fare, la prima mossa necessaria è andare alla ricerca della concentrazione perduta. Sì, ma in che modo? Magari partendo da alcuni semplici consigli che di seguito scopriremo insieme.

Individua cosa ti disturba, non sempre è colpa della pigrizia

Ogni tentativo di mantenere alta la concentrazione può rivelarsi vano finché non ci si decide a indagare le cause profonde nell’incapacità di convogliare gli sforzi (mentali) in un’unica direzione. C’è un problema estraneo alla vita universitaria che è assillante e monopolizza l’attenzione?

Inutile allora sforzarsi di ignorarlo: ciò che si cerca di ignorare coscientemente, spesso rivela tutto il suo potere inconsciamente. Molto meglio quindi staccare dallo studio (che sarebbe comunque inconcludente), per il tempo che ritenete più opportuno. Per poi ricominciare più carichi di prima.

Quando invece la colpa della scarsa concentrazione è da imputarsi alla mancanza di motivazione, allora occorre partire da un’attenta analisi interiore. Ogni esame è come uno scalino, ma per aver la necessaria voglia di salire questa benedetta scala, è necessario desiderare davvero di arrivare in cima, ossia di voler arrivare alla laurea. Cosa fare invece quando non si hanno gravi problemi da risolvere e la voglia di laurearsi nella facoltà scelta c’è eccome?

Dormire bene

Certe volte non si riesce a essere concentrati semplicemente perché il proprio corpo è sfiancato. Pensare continuamente agli esami fino a compromettere la qualità del sonno non solo non è d’aiuto, è perfino controproducente.

È meglio infatti cominciare ogni nuova giornata di studio sentendosi freschi e riposati. Per questo è importante dormire bene. E questo a prescindere da discorsi del tipo: “Studio meglio la notte”. La sostanza non cambia: il corpo e il cervello non possono lavorare al meglio se non hanno la possibilità di riposarsi.

Mangiare meglio

Anche l’alimentazione può influire sulla concentrazione. Il cibo spazzatura, per quanto possa (solo apparentemente, naturalmente) sembrare ottimo per distrarsi dall’ansia, è in realtà un nemico giurato del benessere. E tutto ciò che incide negativamente sull’equilibrio psicofisico può riflettersi anche sulla concentrazione, causandone un peggioramento.

Sì quindi a un cambio di rotta verso un’alimentazione più sana. Soprattutto se tra snack e cibi pronti ci si è dimenticati per troppi giorni non soltanto dei libri di studio, ma anche dei libri di ricette da consultare per cucinare qualcosa di salutare.

Fatevene una ragione: la concentrazione non è eterna

Non sempre però si è davvero poco concentrati: qualche volta sono i propri standard a essere irreali, troppo elevati. La concentrazione può essere aumentata, è vero. Ci si può allenare a restare concentrati per lassi di tempo gradualmente più ampi, ma la parola d’ordine deve sempre essere una: misura.

Studiare bene vuol dire quindi impegnarsi, naturalmente, ma anche capire quando è il caso di staccare la spina. La stanchezza può giocare brutti scherzi. Fino a vanificare gli sforzi fatti fino a quel momento. E’ dunque il caso di fidarsi dei vecchi adagi. Che ci dicono: la verità sta nel mezzo. Tradotto: anche nello studio ci vuole equilibrio.

Certo, è anche vero che quando ci si riduce agli ultimi giorni, l’ansia sale e si fa l’impossibile per recuperare il tempo perduto. Ma davvero giova una condotta del genere?

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