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Tesi di laurea, l’amletica scelta tra la compilativa e la sperimentale

Per quanto una tesi di laurea sia stata progettata nei minimi dettagli, potrà sempre esserci qualche imprevisto. Sapersi adattare a questi contrattempi significa riuscire a prendere la stesura della tesi nel verso giusto e essere capaci di mettersi continuamente in discussione.

Se però ci sono scelte che possono anche essere prese e/o cambiate in corsa, nel nome della tanto osannata flessibilità, ci sono anche decisioni che invece devono essere chiarite bene sin dall’inizio del lavoro di tesi. Tra queste c’è quella che determina la “natura” della tesi.

C’è infatti una scelta che fa da spartiacque: fare una tesi compilativa o sperimentale? Questa decisione deve essere necessariamente presa prima ancora di dar vita alle prime bozze della propria tesi, perché è da essa che dipenderà l’impostazione dell’intero scheletro del proprio lavoro.

Stendere una tesi compilativa e lavorare su materiale già esistente

La fase di ricerca è fondamentale, sia nella stesura di una tesi compilativa che nella realizzazione di una tesi sperimentale (o di ricerca). Ma se in quella sperimentale è “solo” l’inizio, in quella compilativa costituisce invece la base della costruzione della tesi.

Una tesi compilativa è infatti una sorta di rassegna: si lavora su materiale già esistente, lo si rielabora, lo si riorganizza cercando di dare il proprio contributo in termini di scelte su cosa indagare e di rimaneggiamento delle informazioni. In una tesi compilativa quindi si cerca soprattutto di rielaborare informazioni preesistenti, mettendoci però tutto il proprio slancio creativo.

L’esperienza unica di realizzare una tesi vissuta sulla propria pelle

In una tesi sperimentale le fonti sono il punto di partenza, ma poi ci si muove autonomamente. L’obiettivo precipuo di un lavoro sperimentale è infatti quello di mettere in campo tutto il proprio impegno e le competenze acquisite durante gli anni di università per creare qualcosa di nuovo, realizzare uno studio che non è mai stato fatto.

Se una tesi compilativa nasce e muore nelle fonti che cita, la tesi sperimentale cerca di superarle aspirando a diventare essa stessa, in futuro, una fonte da citare.

Quando una scelta può diventare obbligata

La scelta tra tesi compilativa e tesi sperimentale è sicuramente una fase delicata. Ma è anche una scelta obbligata? Di solito dietro un lavoro c’è una decisione autonoma, ma esistono delle tendenze.

La tesi compilativa è infatti generalmente preferita quando in ballo c’è il conseguimento delle lauree triennali, mentre la sperimentale trova solitamente più spazio sia nelle facoltà a impianto scientifico, sia nei corsi di laurea umanistico-letterari.

Un imperativo per tutti: ricercare con metodo

Indipendentemente dalla scelta di optare per una tesi sperimentale o compilativa c’è un’operazione che è fondamentale saper gestire con metodo: la ricerca delle informazioni. E’ chiaro che prima di questo passo bisognerà prendere una decisione ponderata sull’argomento di tesi.

Barcamenarsi nell’ingente mole di informazioni disponibili può infatti non essere semplice di primo acchito. Tra libri e il mare magnum della rete reperire informazioni è sempre più semplice, ma ciò non significa che sia più facile anche selezionarle. Non è possibile inserire nella propria tesi di laurea tutte le informazioni che si trovano. Spesso ciò è controproducente.

Occorre infine essere organizzati: è necessario avere sin dall’inizio della propria ricerca chiaro in testa il modo in cui si intendono catalogare e conservare le informazioni reperite, per non rischiare di perdere la bussola già prima di mettersi in cammino.

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