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Discutere la tesi: un tris di aspetti da considerare

Quando si discute la propria tesi di laurea da soli, nella propria stanza, ripetendo più e più volte i passaggi più ostici del proprio elaborato, è facile perdere la cognizione del tempo. La sensazione è quella di poter dire tutto, di avere effettivamente il tempo per esporre in modo esaustivo tutte le ricerche fatte e i risultati ottenuti. Ma in realtà non è così.

Rispetto dei tempi

Può sembrare poco, considerando tutto il tempo che si impiega per realizzare una tesi meritevole di attenzione. Ma quel quarto d’ora – questo il tempo che in genere viene concesso alla discussione – può essere più che sufficiente per raccontare il percorso che si è fatto redigendo la propria tesi e per parlare della meta che si è raggiunta dopo anni di studi universitari.

È importante, dunque, non trascurare il fattore tempo: la gestione intelligente dei minuti che si hanno a disposizione – anche in questo caso la preparazione della scaletta aiuta molto – può fare la differenza tra un’esposizione equilibrata (in cui alle varie parti è assegnata una quantità di tempo proporzionale alla loro diversa importanza) e un’esposizione in cui invece il tempo non è un elemento ben domato, ma un nemico che costringe a una chiusa frettolosa e a una trattazione incompleta.

Velocità di esposizione

La tentazione di parlare più in fretta per riuscire a toccare più punti della propria tesi può essere forte quando il materiale da dire è tanto. Ed è naturalmente tanta anche la voglia di esporlo. Ma c’è un confine sottile, che è opportuno non oltrepassare: quello che separa una trattazione dove la velocità di esposizione fa rima con sicurezza, da una discussione in cui le parole vengono dette così di fretta da rendere difficile una corretta comprensione dei concetti esposti.

A volte si lavora per così tanto tempo e con così tanto impegno nella stesura della tesi che si dà per scontato l’essere preparati a esporla. Ma è davvero così? In realtà tra la scrittura della tesi e la sua discussione possono esserci diversi soglie che occorre superare perché l’esposizione del lavoro sia un successo.

Perché la tesi sia attraente è infatti sicuramente importante che a essere convincenti siano le argomentazioni in essa contenute. Ma c’è di più: anche la sicurezza e la disinvoltura con cui il laureando espone il suo lavoro sono aspetti che possono fare la differenza.

Logicità

Organizzare l’esposizione della propria tesi per tempo, evitando di lasciare tutto all’estro del fatidico momento, significa lavorare su vari aspetti.
Se infatti è importante sentirsi sicuri e mostrarsi tali non trascurando il valore del tono di voce, della velocità di esposizione e dell’intonazione, alla base dell’intera esposizione deve esserci un filo logico. Il file rouge che tiene insieme, legati, i vari passaggi della tesi deve essere sempre evidente.

Esercitarsi nell’esposizione della tesi significa quindi anche allenarsi a non saltare da un punto all’altro dell’elaborato ottenendo, come unico (e sgradevole) risultato il rendere gli ascoltatori confusi e disorientati.

Prepararsi alla discussione della propria tesi di laurea, quindi, vuol dire innanzitutto fare scorta di senso logico e sapersi districare tra i vari punti della propria ricerca per esporli in maniera chiara e consequenziale. Ecco perché ogni singolo passaggio che precede la discussione – anche quelli all’apparenza banali – è fondamentale. Ecco perché, come già spiegato, anche la cura di una “banalità”, come ad esempio l’indice, aiuta a dare un senso logico alla tesi e – di conseguenza – anche alla discussione.

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